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Grandi emozioni e grandi visioni al Catania Film Fest 2022

Si è svolto dal 23 al 28 novembre il Catania Film Fest presso Zo Centro Culture Contemporanee, la manifestazione dedicata al nuovo cinema indipendente europeo.  

A trionfare al Catania Film Fest quest’anno è stato “The dance of Ali and Zin” – La Danza di Ali e Zin, diretto dal talentuoso regista turco Mehmet Ali Konar, che ha regalato agli spettatori un mondo fatto di poesia e nostalgia, con il premio Miglior Film Indipendente Europeo 2022.

 

Il premio Miglior Film Indipendente Italiano 2022 è stato invece assegnato a “La carovana bianca” di Angelo Cretella e Artemide Alfieri, un documentario che racconta le conseguenze della pandemia su alcune famiglie di circensi.

I premi Miglior Corto Indipendente Europeo e Italiano 2022 sono andati a Good Night, Lily di Peter Vulchev (Bulgaria) e Super Jesus di Vito Palumbo (Italia).

Cateno Piazza – founder e co-direttore artistico afferma: «Anche quest’anno abbiamo offerto al pubblico di Catania e non solo, un programma cinematografico di alto profilo, caratterizzato dalla qualità dei contenuti e da un lavoro di ricerca sulle espressioni culturali contemporanee».

Co-presentatrice di questa edizione è stata l’attrice catanese Alessandra Ferrara, che in occasione della cerimonia di Premiazione, ha ricevuto il Premio Speciale Attrice Emergente 2022. 

Di centrale importanza anche i quattro concorsi: Catania Film Europa, Catania Corto Europa, Catania Film Italiana e Catania Corto Italiana, dedicati a lungometraggi e cortometraggi di finzione e documentari di registi indipendenti europei.  

Un programma che si è sviluppato in sei giorni, tra proiezioni, incontri, masterclass e presentazioni. Gli eventi speciali sono stati curati da Fonda Mood.

Tra gli eventi principali del festival spiccano la mostra fotografica “Vittorio de Seta. Cinema di un maestro”, a cura di Eugenio Attanasio e Antonio Renda della Cineteca della Calabria, la retrospettiva dedicata al regista greco Yorgos Lanthimos a cura di Emanuele Rauco e Sergio Baroneil concerto Omaggio a Franco Battiato a cura del Guarnieri ensemble con special guest il cantautore Luca Madoniaacoustic trio, il focus sul nuovo cinema tunisino a cura di Aurelio Gambadoro, Giusi Sipala, Nancy D’arrigo, Valentina Anastasi e Laura Silvia Battaglia, e la sezione Sinestetica, dedicata al suono e all’immagine, a cura di Massimo Blandini e Sergio Zinna e in collaborazione con Zo Centro Culture Contemporanee e la sezione Fuori Concorso. 

Tanti gli ospiti italiani ed internazionali che hanno reso unica questa XI edizione del Catania Film Fest ricordiamo l’attore Leo Gullotta, il regista Claudio Giovannesi (Presidente della Giuria), gli attori Vincenzo Vivenzio, Manuela Ventura e Laura Giordani, la regista Erige Sehiri candidata tunisina agli Oscar 2023, il cantautore Mario Venuti, il regista Giuseppe Marco Albano, il regista Maurizio Rigatti, il regista Giuseppe Alessio Nuzzo, l’attrice e cantautrice Manuela Zero, il regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì.  

Daniele Ciprì

«È stata una edizione ricca di emozioni e di interessanti spunti di riflessione, di cultura e di nuove prospettive, tutte stimolanti e costruttive. L’idea è sempre quella di condividere una esperienza e rendere il festival il più inclusivo possibile» – ha aggiunto Daniele Urciuolo, presidente e organizzatore del Festival.

Altri riconoscimenti ufficiali 

Premio Speciale della critica a “𝙒𝙖𝙩𝙚𝙧 𝙖𝙣𝙙 𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙬𝙖𝙩𝙚𝙧” di Francesca Svampa. Premio Speciale per la tematica sociale al lungometraggio “𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙣𝙚𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤” di Giuseppe Alessio Nuzzo. Premio Speciale all’attore 𝘼𝙡𝙝𝙖𝙨𝙨𝙖𝙣 𝙅𝙖𝙡𝙡𝙤𝙬 per Alex di Edouard Lemiale e Aretha Iskandar. Premio Speciale per la tematica sociale al cortometraggio “𝙇𝙞𝙗𝙚𝙧𝙤” di Maurizio Rigatti. Premio Speciale alla cantautrice e attrice 𝙈𝙖𝙣𝙪𝙚𝙡𝙖 𝙕𝙚𝙧𝙤 per la colonna sonora di “Attack” di Davide Santi. Premio Speciale all’attore 𝙑𝙞𝙣𝙘𝙚𝙣𝙯𝙤 𝙑𝙞𝙫𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤 per “Sissy” di Eitan Pitigliani. Premio Speciale a 𝙑𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩𝙞𝙣𝙖 𝘾𝙚𝙧𝙖𝙨𝙪𝙤𝙡𝙤 per i costumi di “Amore postatomico” di Vincenzo Caiazzo. Premio Speciale ad 𝘼𝙣𝙜𝙚𝙡𝙤 𝘾𝙧𝙚𝙩𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙚 𝘼𝙧𝙩𝙚𝙢𝙞𝙙𝙚 𝘼𝙡𝙛𝙞𝙚𝙧𝙞 per il soggetto de “La carovana bianca”. Premio Speciale a 𝘿𝙖𝙣𝙞𝙚𝙡𝙚𝘾𝙞𝙥𝙧𝙞̀ per il progetto collettivo di “La fornace”. Premio speciale alla “𝘾𝙞𝙣𝙚𝙩𝙚𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝘾𝙖𝙡𝙖𝙗𝙧𝙞𝙖” a Eugenio Attanasio e Antonio Renda. Premio Speciale alla carriera all’attore 𝙇𝙚𝙤 𝙂𝙪𝙡𝙡𝙤𝙩𝙩𝙖. Premio Speciale al regista e Presidente della Giuria del Catania Film Fest 2022 𝘾𝙡𝙖𝙪𝙙𝙞𝙤 𝙂𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙣𝙚𝙨𝙞. Premio Speciale all’artista 𝙈𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙑𝙚𝙣𝙪𝙩𝙞 del film “Qualcosa brucia ancora” di Daniele Gangemi.

Mario Venuti

Il festival è diretto da Cateno Piazza, Emanuele Rauco e Laura Luchetti e organizzato dall’Associazione Culturale “Alfiere Productions” di Daniele Urciuolo, con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, nell’ambito del Programma “Sensi Contemporanei” e “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione”, con il patrocinio del Comune di Catania, e in collaborazione con i media partner: Film 4 Life – Curiosi di Cinema, YouMovie, Fabrique du Cinema, On Off Mag, Radio Studio90Italia – Solo Musica Italiana, Younger’s in.Movie, Etna Digital Academy e Mas communication.

ZIO PALMIRO IN CONCORSO AL TORINO FILM FESTIVAL 2022 Fortuna e territorialità sulle orme di Lolini

“Zio Palmiro” di Luca Sorgato è stato selezionato alla 40esima edizione del Torino Film Festival nella categoria Concorso Cortometraggi Italiani. Sulle orme del poeta e giornalista Attilio Lolini, il corto offre una storia intrisa di fortuna e territorialità che anticipa il film “Il Tagliateste”.

 

Un uomo cerca invano di farsi dare i numeri vincenti da un vecchio zio defunto di nome Palmiro. Il fallimento è sicuro, la fortuna non si estorce né si regala. “Zio Palmiro” di Luca Sorgato racconta l’animo umano immerso nel disincanto e viene selezionato in concorso alla 40esima edizione del Torino Film Festival.

 

Il cortometraggio anticipa e introduce un lungometraggio, in fase di sviluppo, intitolato “Il Tagliateste” e ispirato al romanzo “Morte Sospesa” di Attilio Lolini, poeta e giornalista per l’Unità e il Manifesto, scomparso nel 2017. Sono entrambi film di impronta autoriale e indole grottesca, con una vena sperimentale e sporcature noir, dove il comico e il tragico, con il loro tono sobrio e distaccato, determinano le atmosfere e le suggestioni di esistenze ai margini, sospese tra la vita e la morte.

«“Zio Palmiro” ruota attorno al concetto di fortuna, vista come una forza senza scopo, imprevedibile e incontrollabile, che plasma gli eventi in maniera favorevole per un individuo. La fortuna è un fattore completamente aleatorio e indipendente dal proprio controllo, che non riguarda la volontà, l’intenzione o il desiderio» – afferma il regista Luca Sorgato, classe 1985, già vincitore del premio Miglior film (2021) al Beijing International Short Film Fest con il corto “Sbadigli” che conclude la trilogia basata sulle poesie di Lolini realizzata nel biennio 2018/2020.

 

Un altro concetto cardine del cortometraggio è la territorialità, vista come l’insieme delle relazioni che l’individuo intrattiene per il soddisfacimento dei propri bisogni, con la prospettiva di ottenere un più elevato livello di autonomia. Compaiono rimandi e simbologie nei giochi di suoni e rumori in sottofondo: la voce del prete, proveniente da un registratore a cassette, è un estratto dell’ ”Ecclesiaste” nella lettura di Lolini; il tono di voce minaccioso che mette in guardia e seduce, come un vera e propria vendita per corrispondenza.

 

Sarà proiettato a Torino mercoledì 30 novembre alle ore 17:00 presso la Sala Romano 1 – Sezione Cortometraggi Italiani. In replica sabato 3 dicembre alle ore 11:00 presso la Sala Romano 3. 

 

Happiness Happens Day: i film che ci rendono felici

Oggi è l’Happiness Happens Day e penso sia una ricorrenza fantastica perché ci ricorda che “la felicità accade”, che per quanto buia possa essere la notte, alla fine arriverà sempre il giorno.

È un invito ad osservare, a notare quando siamo felici, perché spesso non ce ne accorgiamo.
Siamo talmente focalizzati su cosa verrà dopo che non ci rendiamo conto delle piccole cose che ci fanno stare bene: una parola gentile, un luogo, una persona, un sorriso, una canzone, un film…

E a proposito di film, mi sono resa conto che contribuiscono in larga parte al mio benessere; quindi, ho pensato di condividere con voi, in questa giornata di riflessione, sorrisi e amore per sé stessi, i 5 film che mi rendono felice.

UN AMICO STRAORDINARIO – Marielle Heller (2019)

  1. Un film dolcissimo, pieno di emozioni e valori, che si fa spazio nei cuori per non abbandonarli mai
  2. Racconta dell’amicizia tra il presentatore del programma per bambini “Mister Rogers’ Neighborhood” e un giornalista dell’Esquire e di come questo rapporto farà cambiare a quest’ultimo la sua visione cinica del mondo 
  3. Il film dura 109m e si guarda talmente bene da venirne catturati. Impossibile non innamorarsi di Mr Rogers!
  4. Un Tom Hanks incredibile che si è guadagnato una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista
  5. Piantini garantiti
  6. È un film adatto a tutti, grandi e piccini, soprattutto per la sua capacità di raggiungere il cuore delle persone e donare loro preziosi insegnamenti. Vi consiglio di guardarlo con calma, di godervelo… So che poi mi ringrazierete!

VOTO: 9

ROCKETMAN – Dexter Fletcher (2019)

  1. Un Taron Egerton immenso
  2. Racconta la storia di come Reginald Kenneth Dwight sia diventato Elton John
  3. Colonna sonora ovviamente incredibile e tutte le canzoni sono cantate da Egerton
  4. Dura 121m ed è super godibile, anzi sarebbe potuto durare tranquillamente di più, perché è come vivere una festa, una celebrazione dell’amore verso sé stessi e della forza d’animo che ci spinge ad essere totalmente noi stessi
  5. Preparatevi a tanti piantini
  6. Lo consiglio a tutti, amanti dei musical e non, perché questo film mi ha regalato una forza incredibile e un benessere interiore che mi porto dietro tutt’oggi

VOTO: 9

LE RAGAZZE DEL COYOTE UGLY – David McNally (2000)

  1. Parto dal presupposto che questo film non è un capolavoro, però non so perché ha sempre avuto quel qualcosa capace di arrivarmi al cuore senza mai lasciarlo
  2. Racconta la storia di una ragazza di periferia che si trasferisce in città per realizzare il suo sogno di diventare una cantante, ma ben presto dovrà scontrarsi con la cruda realtà e finirà a lavorare al Coyote Ugly in una realtà che non si sarebbe mai aspettata di incontrare, ma che le darà la forza per non smettere di credere in sé stessa
  3. Il film dura 108m ed è molto coinvolgente, sia per la storia di base in cui è facile riconoscersi o trovare delle affinità, sia perché è divertente e, allo stesso tempo, emozionante (non vi sto neanche a dire che si piange perché penso sia scontato ormai)
  4. Consigliato a chi ha bisogno di ricordarsi di non abbandonare i propri sogni.
    È molto tranquillo quindi lo si può guardare in qualsiasi momento

VOTO: 7

FORREST GUMP – Robert Zemeckis (1994)

  1. Questo è il mio film preferito di sempre e, nonostante racconti una storia struggente, alla fine mi trovo sempre a sorridere con il cuore pieno di amore e tenerezza
  2. Viene raccontata la vita di Forrest, una persona diversa per il suo intelletto, che tra alti e bassi si trova a vivere momenti importanti per la storia americana e a raggiungere importanti traguardi contro le aspettative di tutti
  3. Il film dura 142m, ma nonostante la sua lunghezza e alcuni momenti che per alcuni potrebbero risultare lenti, vale la pena guardarlo, perché oltre ad essere bello (e lo testimoniano tutti gli Oscar che si è portato a casa), ci regala degli insegnamenti molto importanti
  4. Non saprei nemmeno dove cominciare a descrivere la bravura di Tom Hanks in questo ruolo! Il fatto che abbia vinto l’Oscar come miglior attore protagonista non basta, è un’interpretazione che va vista e ammirata.
  5. Lo consiglio a tutti, perché oltre ad essere un bellissimo film, è un pezzo importante della storia del cinema mondiale. Guardatelo con gli occhi, la mente, ma soprattutto il cuore.

VOTO: 10

HOOK – CAPITAN UNCINO – Steven Spielberg (1991)

  1. Da bambina non ho mai trovato troppo interessante la storia di Peter Pan, ma dopo questo film mi sono dovuta ricredere. Penso sia la trasposizione cinematografica meglio costruita di questa favola: saranno le atmosfere, i personaggi, i colori, la recitazione, il fatto che non segua per filo e per segno la trama originale, … Non so dirlo con precisione, ma per me è un piccolo gioiellino
  2. In questo film troviamo un Peter Pan adulto, che ha dimenticato tutte le sue avventure dopo essersi innamorato e aver messo su famiglia. Si troverà a dover vivere nuovamente questo passato dimenticato, quando Capitan Uncino rapirà i suoi figli… Riuscirà un uomo d’affari completamente assuefatto dal lavoro a tornare bambino?
  3. Il film dura tanto, 144m, e per molti potrebbe essere difficile da digerire, ma vi invito ugualmente a dargli una possibilità, perché la magia che sprigiona questa versione è incredibile
  4. Un cast spettacolare: Robin Williams, Dustin Hoffman, Maggie Smith, Julia Roberts… Diretti da un incredibile Steven Spielberg! Direi che già questo potrebbe bastare per invogliarvi a vedere il film
  5. Lo consiglio a tutti e faccio un appello a tutti coloro che hanno figli: fate vedere loro questo Peter Pan, forse subito non lo capiranno, forse non sarà allegro e colorato come gli altri, ma come trasporta nell’Isola Che Non C’è questo film, nessun altro ci riesce!

VOTO: 9/10

Gli Attori diversamente abili promuovono l’industria del cinema

Lo short film, dal titolo #Iorestoalcinema, scritto e diretto da Modestino Di Nenna è stato prodotto dalla Follower One di Franco Fiore, in collaborazione con Daniel Di Meo (direttore della fotografia), Armando Marano (audio in presa diretta e mixaggio) e patrocinato dal Comune di Mercogliano. Dal prossimo 23 dicembre, #Iorestoalcinema sarà al centro di una campagna di comunicazione per invitare gli italiani a tornare in sala. Lo short film, ha una forte valenza sociale perché i   protagonisti sono attori diversamente abili, affiancati da attori professionisti. Nel cast anche la partecipazione amichevole di Antonio Fiorillo, Antonello Cuomo ed altri interpreti di fama nazionale. La frase, tormentone del cortometraggio è “Io resto al cinema”. La campagna di comunicazione, prevede la promozione dello short film su giornali, tv, radio, oltre ad un lancio sui canali social Facebook, YouTube, Instagram e Tik Tok. La disabilità per la prima volta sarà impegnata in prima linea per promuove l’industria del cinema italiano. L’opera filmica con una trama in chiave comica, farà divertire il pubblico e lancerà un forte messaggio, invitando gli italiani a tornare in sala – noi ci crediamo. E voi? – La struttura dello short film è stata realizzata per essere diffusa attraverso i social network. E’ la prima volta nella storia che attori diversamente abili promuovono l’industria del cinema. Una novità scritta e prodotta nella provincia di Avellino, patria di grandi personaggi del cinema come: Sergio Leone (Torella dei Lombardi), Ettore Scola(Trevico), Dino De Laurentis (Torella dei Lombardi), Joe Pesci (Aquilonia) etc.

CAST

Angelo Acernese – Leonardo Piscitelli – Antonio Evangelista – Elvira Taccone – Carmine Cece – Sara Anastasia -Giuseppe Mercadante – Gilda Fotino – Antonello Cuomo – Antonio Fiorillo – Fredrilia Marialixe Bagafou Makangui Carla Belloisi -Natalia Boichuk Antonio Pedoto

TROUPE

Fotografia Daniel DI Meo – audio in presa diretta Armando Marano –trucco Mariailda Santoli organizzazione generale Raffaele Menna

Grazie agli NFT il cinema d’autore ha la giusta attenzione. Davide Vigore spiega YouMovie.

«Grazie agli NFT il cinema d’autore ha la giusta attenzione». Davide Vigore spiega YouMovie

Davide Vigore ha 32 anni. Siciliano di Enna, da anni a Roma, è CEO e founder di YouMovie, una startup che ha sviluppato una piattaforma dedicata, come spiega proprio Davide, «al cinema d’autore e indipendente, che dà la possibilità di poter visionare il cinema che non ha visibilità e che vive solo nei festival». Una startup che si occupa di un cinema diverso. Vigore è anche e soprattutto un regista e sceneggiatore, «sono stato assistente di Paolo Sorrentino». Ha vinto il Festival del Cinema di Los Angeles e un Nastro d’argento nel 2017, i suoi film “La Viaggiatrice” e “La Bellezza Imperfetta” sono stati presentati alla Mostra del Cinema di Venezia e al Festival di Cannes. Cineasta e innovatore, Vigore progetta il cinema di domani (che poi è anche di oggi). Per farlo ha deciso di puntare sugli NFT, i not fungibile token. Lo abbiamo incontrato a Milano al #SIOS21 Winter Edition, il più importante evento italiano dedicato all’innovazione, dove ha presentato il progetto YouMovie: 120 film d’autore e non solo. Insieme a Vigore c’era Silicon Lake, la startup italiana che ha proprio l’obiettivo di portare la blockchain e gli NFT dove non sono ancora arrivati. Tra la gente comune. In mezzo alle piazze e ai mercati. Al cinema.

Davide, com’è nata l’idea di YouMovie?

«Con alcuni colleghi abbiamo scoperto che un certo tipo di cinema resta invisibile e confinato nei festival cinematografici, dove poi suscita un grande entusiasmo. Perché non creare uno spazio per un cinema diverso, ci siamo chiesti».

Dunque la piattaforma.

«Abbiamo lanciato la piattaforma a marzo 2021 e abbiamo avuto 11mila iscritti nel giro di qualche mese, intercettando un’esigenza reale. Ci tengo a sottolineare che YouMovie non è una qualunque piattaforma di streaming: c’è una giuria che seleziona le opere. In catalogo si possono trovare i lavoro di Daniele Ciprì, per capirsi. Abbiamo il primo di Roberto Andò. C’è anche “Terra di mezzo”, il primo lungometraggio da un trentenne Matteo Garrone. Un’opera sepolta che non conosceva nessuno. Di Garrone abbiamo anche “Estate romana”».

Ma non vi siete fermati.

«Dopo aver capito che avevamo incrociato un bisogno, abbiamo fatto un passo avanti e pensato a digitalizzare proprio quei festival di cui parlavamo».

Per fare cosa?

«Per fare in modo che la programmazione di quei festival non fosse apprezzata solo dal pubblico di una sera, ma di tutto il mondo. Attorno alla piattaforma si è creata anche una community di autori e cineasti, che creano la propria pagina con i propri film».

Al momento l’accesso alla piattaforma è gratuito?

«Sì, per il futuro abbiamo pensato però ad un piccolo abbonamento mensile con una percentuale che va agli autori e un’altra alla piattaforma».

La piattaforma ruota attorno agli NFT, ne parliamo?

«Gli NFT sono la possibilità di dare valore cristallino e certificato ad un’opera cinematografica nel tempo. Grazie agli NFT valorizziamo le opere cinematografiche, non solo da un punto di vista di fruizione ma anche finanziario. Pensa alle opere cinematografiche dimenticate, che grazie a questa tecnologia riacquistano valore filmico ed economico».

Il passo successivo.

«YouMovie non vuole essere solo un spazio di contenuti cinematografici di qualità, ma vuole anche arrivare a crearli questi contenuti».

I fratelli De Filippo. I tre cenerentoli di Sergio Rubini

Il primo biopic su Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, giganti del teatro italiano, è ora un evento cinematografico in sala nei giorni 13, 14 e 15 dicembre

Erano figli ‘inattesi’ di Eduardo Scarpetta i De Filippo, avuti dalla relazione extra-matrimoniale con Luisa De Filippo. Amante e figli tutti mantenuti in un altro appartamento dal grande attore napoletano che nei primi anni del novecento era una specie di faraone del teatro comico. “Le famiglie come quella di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, in quell’epoca erano considerate famiglie di serie B, mentre gli Scarpetta erano la famiglia di serie A”. Ha affermato Sergio Rubini, regista e sceneggiatore di questo viaggio alle radici del teatro italiano moderno. E Peppino, tenuto per i suoi primi cinque anni in campagna da una nutrice che considerava sua madre, ma poi catapultato tra i due fratelli maggiori più la scoperta della vera madre, oggi a posteriori del romanzo di Donatella Di Pietrantonio lo definiremmo un arminuto. 

Nei panni di Eduardo, Mario Autore, giovane esordiente sul grande schermo che riporta in vita il grande drammaturgo con la sua verve giovanile e l’energia infusa dal regista Rubini. Soprattutto in certe movenze affabulatorie delle braccia. Raccontati dal regista come uno sceneggiato su una rock band composta da caratteri contrastanti, emozioni forti e scontri inevitabili su un fertilissimo terreno d’arte, con Autore c’è Domenico Pinelli a interpretare Peppino. Più languido e portato ai ritmi della commedia, il giovane futuro socio di Totò è l’anima più tormentata dei tre, avendo sempre risentito di essere stato tenuto ai margini della famiglia non una volta come Eduardo e Titina, ma due. E in più, appesantito dall’eterna competizione con il fratello. Collante e confidente tra i due, la sorella maggiore con il sorriso di Anna Ferraioli Ravel. L’attrice porta in sé l’assenza paterna di Titina e una maternità accogliente che nonostante certe tragicità della vita sfociano nell’arte che la De Filippo dimostrò sul palcoscenico.

La ricostruzione di una Napoli dove si doveva “andà a rubbà ‘a verità ‘mmiezz’a via”, come dice il giovane Eduardo, dove le caciotte rotolavano dalle mani di ladruncoli o dove gli attori segregati in prova le gustavano furtivamente per cena insieme a pane e pere aggancia lo spettatore tra i vicoli percorsi da camerieri che portavano sporte di avanzi freddi degli Scarpetta per i De Filippo. È una città dove serpeggia un fascismo della prima ora, ancora libertino, considerato rivoluzionario e non ancora intinto di camicie nere. Questo lo sfondo per l’Eduardo Scarpetta messo in scena come un fascinoso e scaltro Mangiafuoco da Giancarlo Giannini, il quale muove i fili di tutti all’interno del suo carrozzone teatrale. I tre figli illegittimi partiti come servi di scena, poi via via sempre più importanti con le loro interpretazioni e artisticamente minacciosi per Vincenzino, erede legittimo di tutte le fortune Scarpetta con il volto di Biagio Izzo, sono una vera scoperta narrativa in questo film che fa luce sui legami familiari dei De Filippo e soprattutto sulla loro genesi artistica. Infine, madre e bilancia emotiva robustissima e dolce di tutte le bramosie Scarpetta/De Filippo, la madre dei tre artisti Luisa viene interpretata con grazia e profondità da Susy Del Giudice.

Grande e importante lo studio documentale di Rubini e i suoi per arrivare ad acciuffare questi personaggi che gli autori non li hanno mai cercati, ma li hanno sempre fatti a modo loro. E molto buono il risultato per un film avvincente, commovente e rivelatorio che, unico neo, risente di una fotografia dai facili eccessi luminosi per brillar meglio, un giorno, sul piccolo schermo nazional popolare. Forse ci sarà un sequel, come ha predetto il regista stesso, sugli anni della guerra, sulle persecuzioni dei nazisti subite dai De Filippo, e sul ritorno nelle loro vicende del Principe De Curtis, secondo Rubini “un vero e proprio angelo per i De Filippo”.

Pensato da 01 Distribution come evento cinematografico per i giorni 13, 14 e 15 dicembre, viene proiettato in oltre 220 sale per ognuna delle date, con un totale di 303 sale coinvolte in tenitura evento. All’esordio su grande schermo si è piazzato subito secondo per incasso, dietro solo a Encanto della Disney. Ma oltre all’uscita nelle sale, per questo Natale già sovraffollate di titoli, I fratelli De Filippo potrebbe arrivare non molto tardi anche in tv, quindi su Rai Uno.

Intervista a Daniele Urciuolo – produttore cinematografico e presidente del Catania Film Fest

Il Festival è una straordinaria occasione di rinascita per tutti, per il cinema, per tutti i lavoratori dello spettacolo e per il pubblico che ne è il fruitore finale.

Il Catania Film Fest tornerà a dare lustro alla città che lo ospita con la sua decima edizione, dal 28 novembre al 4 dicembre 2021, e riprenderà la sua iniziativa culturale in presenza nella città di Catania.

Il festival è diretto da Cateno Piazza, Laura Luchetti e Emanuele Rauco e prodotto dall’Associazione Culturale “Alfiere Productions” di Daniele Urciuolo, in co-organizzazione con il Comune di Catania, l’Università degli Studi di Catania, con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, nell’ambito del Programma “Sensi Contemporanei”; con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti, del Coordinamento Festival del Cinema in Sicilia e con la collaborazione di Trame di Quartiere, IterCulture, Zo Centro Culture Contemporanee, Etna Digital Academy, CinemLive, YouMovie, Artplace e MYmovies, Film4life.

Il Catania Film Fest si propone come luogo di incontro e confronto per il cinema europeo indipendente ed anche per la nuova cinematografia delle Nazioni che si affacciano sul “Mare Nostrum” in lingua originale, presentando al pubblico opere prime e seconde, film italiani indipendenti e cortometraggi realizzati da registi esordienti.

Il festival dedicherà un’attenzione particolare alla promozione del Cineturismo e alla formazione di professionisti dell’audiovisivo e studenti di ogni grado inclusi quelli delle Scuole di Cinema, Musica, Accademie e Università.

La Cerimonia di Apertura del Catania Film Fest si terrà il 28 novembre presso il Castello Ursino, per poi chiudersi il 4 dicembre al Monastero dei Benedettini. Nel corso della settimana, avranno luogo le proiezioni e gli incontri presso la Mediateca “Vincenzo Bellini”, gli eventi speciali presso le sedi dell’Accademia di Belle Arti, Trame di Quartiere – Palazzo de Gaetani e lo Zo Centro Culture Contemporanee.

 

Dal 28 novembre al 4 dicembre torna il Catania Film Fest. Com’è tornare dopo 2 anni di stop? Daniele Urciuolo

Bellissimo. Una sensazione indescrivibile. Abbiamo sofferto molto in questi mesi perché la forza di un festival sono le persone, il calore umano e quello di Catania è come un raggio di sole che ti acceca gli occhi, fortissimo. Un festival senza pubblico è come un cielo senza stelle.

Dieci anni del Catania Film Fest. Un traguardo importante.

Si. Un traguardo molto importante. Non è facile resistere in Italia a questi livelli. Noi – soprattutto grazie alla determinazione di Cateno Piazza, il fondatore del Festival – abbiamo cercato ogni anno di alzare l’asticella di un centimetro mantenendo però sempre fede alla nostra identità e sostenendo il cinema indipendente europeo. Dobbiamo ringraziare anche il Comune di Catania e tutti i nostri partner per il supporto.

Ci aspettano delle novità in questa edizione?

Assolutamente si. Innanzitutto le location. Sarà un festival itinerante per tutta la città di Catania. Tra le location ricordiamo il Castello Ursino, l’Auditorium del Monastero dei Benedettini, la Mediateca “Vincenzo Bellini”, il Palazzo De Gaetani, l’Accademia di Belle Arti, il Cinema King, il Centro interculture contemporaneo Zo.

E i film?

Tanti. Anche in lingua originale. Quasi sessanta opere suddivise in cinque categorie in Concorso, più le opere fuori Concorso, tra lungometraggi italiani e stranieri, cortometraggi e documentari con una particolare attenzione per le opere prime. Sarà una settimana ricca di proiezioni e incontri. Per questo devo ringraziare i co-direttori artistici Emanuele Rauco, Laura Luchetti, Cateno Piazza che hanno visionato centinaia e centinaia di opere provenienti da tutto il mondo e i numerosi volontari e collaboratori che stanno lavorando per la buona riuscita dell’evento.

E gli ospiti?

Primo su tutti il produttore Marco Belardi, che al Castello Ursino domenica pomeriggio terrà una Lectio Magistralis e riceverà un premio speciale, poi il regista Giorgio Verdelli con il suo documentario su Ezio Bosso, poi da Parigi arriveranno i fratelli Nasser con il loro film “Gaza Mon Amour” che ha sorpreso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2020, poi ancora la regista Francesca Mazzoleni, l’attore Miguel Gobbo Diaz, le attrici siciliane Lucia Sardo e Ester Pantano, e ancora i registi Giuseppe Alessio Nuzzo, Mario Vitale, Davide Vigore, Andrea Muzzi e tanti altri.

So che il Festival non è solo cinema, ma anche turismo. Possiamo definirla una esperienza a 360 gradi?

Si. Quest’anno abbiamo un collaboratore d’eccezione che è il prof. Enrico Nicosia, esperto di cineturismo. Poi grazie alla partnership con Trame di Quartiere promuoveremo una zona storica di Catania che pian piano si sta rivalorizzando come San Berillo, organizzando delle passeggiate guidate. Con l’app Artpalce invece – altro nostro partner che digitalizza l’arte e la cultura – sarà possibile visitare e conoscere tanti luoghi e monumenti della città di Catania. Con le piattaforme YoumovieMymovies e CinemaLive saremo anche online con eventi, opere e contenuti esclusivi e sarà così possibile seguire il festival non solo live in presenza ma in streaming in tutto il mondo.

Quindi per avere maggiori informazioni sul programma, accrediti e eventi del festival cosa bisogna fare?

Basta andare sui profili social ufficiali del festival oppure sul sito www.cataniafilmfest.it per trovare le news e le informazioni necessarie.

Il Filmstudio e il movimento del cinema sperimentale Italiano

Filmstudio Underground

Film di:

Massimo Bacigalupo, Piero Bargellini, Gianfranco Baruchello, Pier Farri, Alberto Grifi, Alfredo Leonardi, Arcangelo Mazzoleni,

Annabella Miscuglio, Ugo Nespolo, Luca Patella, Adamo Vergine.

 

Il Filmstudio e CSC Cineteca Nazionale in collaborazione con Spazio Scena presentano la rassegna “Il Filmstudio e il movimento del cinema sperimentale italiano”. L’evento rappresenta una rara opportunità, in modo particolare, per i giovani che studiano cinema, che fanno cinema o che, semplicemente, amano il cinema.

Nel programma, suddiviso in tre sezioni,   sono inseriti 12 film di 11 autori tra i più significativi del “movimento”.

La prima sezione è dedicata alla “Nascita del cinema underground in Italia e alla Cooperativa Cinema indipendente”. Comprende il film-manifesto “La verifica incerta” di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi.

La verifica incerta è il film dell’underground italiano più conosciuto all’estero, precursore e ispiratore di format blobisti. Il film è derivato da una grande quantità di pellicola di scarto (per lo più cinemascope commerciale americano). Gli autori rivisitano attraverso un montaggio di spezzoni accelerato e rielaborato le situazioni “clichés” del cinema hollywoodiano.

Di Massimo Bacigalupo è in programma “Quasi una tangente”, il film girato in 8mm nel 1966 vinse il primo premio al Festival di Montecatini. Fu un’autentica rivelazione. Si parlò di risposta underground a “Prima della rivoluzione” e a “I pugni in tasca”. Narra l’ultimo giorno nella vita di Paul, un giovane studente visto attraverso il suo stesso sguardo. La cinepresa idealmente è posta dietro i suoi occhi.

 

Tutto Tutto nello stesso istante” è il film collettivo della Cooperativa Cinema Indipendente: 12 “pezzetti” filmati da 12 autori secondo gli umori o i malumori del momento, un gesto di amicizie reciproche fra gli autori.

“Ciao Ciao” di Adamo Vergine è un film breve, una piccola pietra miliare. Quattro sequenze, tratte da un filmino familiare dell’autore girato in 8mm (il saluto), sono state unite ad un anello in modo che si ripetessero sempre. Proiettate su un vetro smerigliato sono state filmate. C’è un vago sapore degli esordi dei fratelli Lumière.

“Se l’inconscio si ribella/rivela” di Alfredo Leonardi si apre con una sequenza del Living Theatre, ripreso nel corso di una rappresentazione dei Mysteries…” questa presenza ha, come ogni altra nel film, un valore emblematico e testimonia il mio interesse e il mio amore per una comunità di persone che cerca di vivere nel modo più libero…”.

Trasferimento di modulazione è uno dei film più travolgenti di Piero Bargellini. Riprende il tema erotico degli 8mm e lo manipola con le tecniche di sviluppo studiate nei primi 16mm. Alla fine di “Trasferimento” possiamo dire: le soleil (l’energia di vita) et la mort (il nero) se peuvent regarder fixement.

In “Preghiera d’avanguardia”, di Pier Farri, da un mondo sotterraneo una figura si innalza verso la luce. È un giovane cineasta d’avanguardia che, raggiunto il suo studio sul fiume, medita, prega, invoca muse ed artisti immortali affinché il suo lavoro possa riuscire al tempo stesso modernissimo e naturale, complesso e popolaresco, nuovo e duraturo … (eterno?).

La seconda sezione, “La poesia cinematografica di Annabella Miscuglio”, comprende due titoli della co-fondatrice del Filmstudio: “Fughe lineari in progressione psichica” e “Puzzle Terapy”. Fughe lineari è nato dall’idea di un film sulle linee in movimento. Le linee di un corpo femminile nascono, si perdono, si confondono nelle linee dei paesaggi della civiltà tecnologica che aggrediscono, contaminano, distruggono la memoria – o il desiderio? – di amore. “Puzzle Therapy” è la raccolta di materiale girato nel corso di un anno, montato con una tecnica simile a quella della scrittura automatica. In questo insieme di brandelli di vita vissuta, ricordi, sogni, ogni spettatore può trovarci differenti significati.

 

La terza sezione, “Il cinema d’artista”, comprende Buongiorno Michelangelo di Ugo Nespolo. Una enorme palla di carta viene fatta rotolare per le strade di una fredda Torino… diventa un simbolico oggetto di assurda provocazione che può anche essere letta come vacua, goliardica esibizione. Pistoletto spinge la palla, la gente lo segue per vedere “fino a che punto” …

“SKMP2” di Luca Patella si propone, come concezione, un libero esame del dinamismo percettivo (la visione come attenzione) nonché una ricerca di trasformazione del rapporto: visione naturale e inquadratura-schermo, o: azione reale e concezione di linguaggio espressivo.

“Aurelia” di Arcangelo Mazzoleni chiude la rassegna. Il film si ispira all’omonimo racconto di Gerard de Nerval. Racconta l’incontro/scontro dell’immaginario di una donna con la civiltà elettronica proiettandola in una dimensione interiore ove realtà quotidiana e rito sono mescolati e fusi in una sintassi onirica.

 

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Il movimento dello sperimentalismo cinematografico italiano (altrimenti definibile cinema underground o cinema indipendente) si espresse nella sua quasi totalità tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta.

Quando nell’ottobre del 1967 nacque il Filmstudio con lo scopo soprattutto di promuovere il cinema indipendente e sperimentale (di tutto il mondo), fu naturale che i film-maker italiani che erano già all’opera ci cascassero felicemente dentro. Lo spazio di via degli Orti d’Alibert divenne la casa, l’esclusivo luogo di libertà dove film-maker indipendenti, creativi ed anticonformisti potevano mostrare i loro lavori. Al Filmstudio i cineasti si incontravano, si confrontavano, stringevano amicizie, si influenzavano a vicenda alla ricerca, ciascuno, di nuove e personali forme espressive.

La prima rassegna dedicata al cinema sperimentale italiano venne presentata al Filmstudio nel marzo del 1968. Da quella data in poi sono state presentate nelle salette di via degli Orti d’Alibert con regolarità decine di omaggi, personali, retrospettive, “lancio” di film memorabili, come, per esempio, “Anna” di Grifi e Sarchielli.

Di quella intensa tensione creativa nel corso degli anni ne hanno dato testimonianza libri, saggi, tesi di laurea, documentari, dove il Filmstudio emerge come (inconsapevole) “regista” dello sviluppo e dell’evoluzione della sperimentazione cinematografica italiana.

 

 

Nota: Il Filmstudio promuove alcune iniziative nello spazio denominato “Scena”, gestito dalla Società compartecipata LazioCrea per conto della Regione Lazio.

I locali di Via degli Orti d’Alibert non sono più legati al Filmstudio se non in una dimensione di memoria storica e culturale.

L’attività del Filmstudio prosegue nel rispetto della sua identità in un ambito diffuso, autonomo e indipendente.

 

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